Polipetti di Montalbano

La ricetta in se e' abbastanza semplice, ma non si puo' fare ameno, prima di realizzarla, di leggere il brano da cui e' tratta...

"Stava per principiare la curva ad U quando, alla debole luce dei fanali ("ci fosse una minchia di cosa a funzionare in quest'automobile!), vide l'indicazione. Consisteva in un pezzo di tavola, inchiovato per storto su un palo, sul quale era scritto malamente a mano: da Filippo che si mancia bene. Imboccò il viottolo sterrato che terminò un centinaro di metri appresso in uno spiazzo sul
quale sorgeva una casuzza a un piano. 
Dalla porta e dalle finestre sbarrate non trapelava luce. Macari quello era il giorno di chiusura e
il viaggio era stato a vacante. Raprì la portiera e subito il vento l'assugliò, assieme al rumore del mare in tempesta che si trovava a una trentina di metri sotto lo spiazzo. Scese, si mise a correre, girò la maniglia della porta e questa si raprì. 
Montalbano trasì e immediatamente la richiuse alle sue spalle. Una càmmara con cinque tavolini, nessun cliente. Quello che doveva essere Filippo stava assittato a un tavolo e taliàva un film alla televisione.
"Si mangia?" spiò incerto il commissario. Filippo non si cataminò, non staccò gli occhi dal televisore, mormoriò solamente: "S'assittasse dove vuole."
Montalbano si levò il giubbotto, scelse il tavolo più vicino alla stufetta a legna. Dopo cinco minuti, visto che l'omo se ne restava infatato della pellicola, il commissario si susì, andò alla credenza,
si pigliò un cestino di pane e una bottiglia di vino e se ne tornò al suo posto. Finalmente, passati ancora una decina di minuti, apparse la scritta "Fine del primo tempo" e Filippo, da statua che era, tornò a essere vivente. 
S'avvicino al tavolo e spiò: "Ca voli mangiari?"
"M'hanno detto che lei sa fare benissimo i polipi alla napoletana."
"Giusto dissero."
"Li vorrei assaggiare."
"Assaggiare o mangiare?"
"Mangiare. Ci mette i passuluna di Gaeta?"
Le olive nere di Gaeta sono fondamentali per i polipi alla napoletana.
Filippo lo taliò sdignato dalla domanda.
"Certo. E ci metto macari la chiapparina."
Ahi! Quella rappresentava una novità che poteva rivelarsi deleteria: non aveva mai sentito parlare di capperi nei polipi alla napoletana. "Chiapparina di Pantelleria" prcsisò Filippo.
I dubbi di Montalbano passarono a metà: i capperi di Pantelleria, aciduli e saporitissimi, forse ci stavano o, nell'ipotesi peggiore, non avrebbero fatto danno.
Prima di muoversi verso la cucina, Filippo taliò negli occhi il commissario e questi raccolse il guanto di sfida. Tra lui e Filippo, era chiaro, si era ingaggiato un duello. 
Uno che di cucina non ne capisce, potrebbe ammaravigliarsi: e che ci vuole a fare due polipetti
alla napoletana? Aglio, oglio, pummadoro, sale, pepe, pinoli, olive nere di Gaeta, uvetta sultanina, prezzemolo e fettine di pane abbrustolito: il gioco è fatto. Già, e le proporzioni? E l'istinto che
ti deve guidare per far corrispondere a una certa quantità di sale una precisa dose d'aglio?"

(Andrea Camilleri, Quello che contò Aulo Gellio, Un mese con Montalbano)


Io li ho interpretati cosi':

in una pentola di coccio metto un trito di aglio, prezzemolo e un peperoncino piccino con olio EVO, faccio leggermente insaporire e poi ci butto i polipetti, i pomodori spellati a tocchetti (unica
indicazione che sono ingrado di fornire sulle dosi e' che ho messo pomodori per circa la meta' del peso dei polipi), pinoli, capperi di Pantelleria, uvetta sultanina, olive nere di Gaeta, sale e pepe
bianco.

Fuoco dolcissimo e pentola incoperchiata il piu' ermeticamente possibile per almeno 40 minuti, poi assaggio e eventualmente continuo la cottura fino a quando non sono soddisfatto della morbidezza dei polipetti. 

Serviti con fette di pane abbrustolito e leggermente strofinato di aglio (se piace).

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Alim Bey

http://www.geocities.com/umbertotorricelli